Il torace, fedele custode di organi preziosi come cuore e polmoni, è formato da tutte le strutture comprese tra le scapole ed il petto.
È chiamato anche gabbia toracica, per la disposizione delle costole, che dalla schiena si chiudono davanti sullo sterno, come sbarre protettive degli organi vitali che ospita. Io peró non amo questa denominazione, perché suggerisce una funzione statica di questa parte di noi, invece la sua dinamicità e adattabilità è fondamentale per aiutare tutto il corpo a funzionare meglio.
Si trova in un punto di incrocio tra tante fasce e muscoli, e la sua capacità di dare stabilità o trasmettere la direzione ai movimenti degli arti, fa la differenza del gesto che compiamo. Pensiamo ai ballerini che, alla ricerca di un movimento bello e comunicativo, “snodano” petto e schiena in modo armonioso; oppure ad un gatto che impegnato in una salto impossibile, apre le costole come fosse una fisarmonica gonfia di aria, per raddoppiare la sua lunghezza. Questi esempi dovrebbero farci pensare al potenziale elastico di questa zona e all’influenza in termini di stabilità, adattabilità e fluidità su i movimenti.
Inoltre dobbiamo ricordarci che i polmoni funzionano grazie al movimento della gabbia toracica e che da qui il sangue ossigenato viene pompato fino a raggiungere le parti più periferiche, alimentando ogni cellula del nostro corpo. Quindi se manteniamo mobile il torace ogni cellula del corpo funzionerà meglio.
Un principio cardine dell’osteopatia dice che “la vita è movimento, il movimento è vita”. Il movimento del nostro scheletro o la funzione di qualsiasi altro organo, può esprimersi egregiamente, basta che ogni parte coinvolta sia libera di muoversi nel suo modo specifico.
L’osteopatia, lavorando sui diversi tipi di strutture anatomiche (da quelle ossee-fasciali a quelle viscerali) aiuta l’organismo a trovare la strada per sciogliere le rigidità e funzionare meglio.
Molto frequentemente migliorare la mobilità e l’elasticità del torace aiuta a ridurre le tensioni al collo e i dolori di spalle e schiena.
Con i giusti movimenti il gomitolo si scioglie ed il filo si allunga. Cosí i giusti movimenti terapeutici a livello di zone specifiche del torace riducono le tensioni alla loro origine. Credo che andare all’origine sia sempre vantaggioso rispetto all’utilizzo di esercizi di stretching locale, che sono un palliativo momentaneo di zone che ricevono le tensioni da altrove.
Una cosa invece interessante che possiamo fare autonomamente tutti è aumentare la percezione del torace con esercizi specifici: gli esercizi di respirazione sono un bel mezzo per aumentare la consapevolezza e allo stesso tempo aiutano a calmare il sistema nervoso; esistono poi dei movimenti guidati che definisco esplorazioni posturali, che si focalizzano sull’uso dinamico delle varie parti. Esplorare le possibilità con cui usare il torace può aiutare a cambiare le abitudini con cui ci muoviamo nella vita quotidiana.
Per cambiare le abitudini è necessario raccogliere un pò di volontà, ma ancora prima una attenzione nuova verso noi stessi, una coccola che spesso stentiamo a darci, ma che invece aiuta a vivere meglio.